Quando guardo una foto di me stesso trovo molte cose che non mi piacciono.
I capelli (pochi e radi), la mia carnagione, il mio sguardo da miope, la forma del mio viso non perfettamente simmetrico e così via. Dipende poi dal momento e dal mio stato d’animo ma in ogni caso non sono quasi mai soddisfatto di come appaio in foto, trovo sempre qualcosa che non va.
Ma io faccio il fotografo!
Alla luce di ciò, avendo provato in maniera diretta questa sensazione, da fotografo, cosa posso pretendere da chi sta davanti alla mia macchina fotografica e ha scelto di farsi fotografare da me?
Voglio ragionare su questa cosa partendo da alcune mie personali constatazioni (ovviamente molto opinabili) che si basano esclusivamente sulla mia esperienza lavorativa.
Molti uomini (intendo dire maschi) dichiarano di non amare molto il fatto di farsi fotografare (capita anche con qualche donna ma molto più raramente). Si giustificano elencando i più disparati motivi di questo rifiuto senza mai confessare apertamente che sotto sotto c’è la paura di non piacersi, di mettersi a nudo e di vedere rappresentate, nella fotografia, le cose che non sopportano di loro stessi. Preferiscono tenerle nascoste agli altri.
Le donne invece, quasi sempre, agiscono al contrario: quando capita di doversi fare fotografare, per quanto lo desiderino, dichiarano apertamente di essere affascinate da questa esperienza ma di provare una certa riluttanza a posare attribuendola al fatto di non sopportare alcuni loro “difetti estetici” che, il più delle volte (per non dire quasi sempre), sembrano essere oltretutto inesistenti. Quindi non solo parlano di ciò che non amano del loro viso e/o del loro corpo ma utilizzano candidamente questa strategia per sublimare le loro (fisiologiche) insicurezze.
Ogni volta che devo fotografare una donna non posso non tenere conto di questo aspetto e non posso dimenticare che anche e soprattutto una donna, davanti alla macchina fotografica, potrebbe sentirsi esattamente così come mi sento io quando vedo me stesso ritratto in foto.
Noi fotografi dovremmo sempre chiederci, prima di iniziare a fotografare una donna e anche un uomo, cosa si aspettano questi da noi.
Dovremmo essere capaci di metterci nei loro panni chiedendoci cosa potremmo desiderare noi trovandoci al loro posto. Questa è una regola d’oro che si adatta a tutte le circostanze della vita e che sembra essere, a prima vista, molto semplice da applicare ma spesso ci sfugge nel momento di doverci confrontare con gli altri.
Tornando alla fotografia, abbiamo appurato quindi che le donne non hanno paura di esprimere critiche (anche dure) su loro stesse, anzi, possiamo anche affermare che queste a volte sono delle vere e proprie professioniste nel farlo mentre gli uomini tendono invece a tenere nascosti agli altri i propri difetti e le loro insicurezze.
Ecco perchè fotografare una donna da un certo punto di vista può avvantaggiarci nel nostro lavoro: una donna, ammettendo apertamente le cose che di lei non ama, incomincerà ad elencarcele spontaneamente sin dal primo momento e comunque lo farà di sicuro prima di presentarsi sul set fotografico.
Non sarà necessario farle compilare un questionario per sapere quello che pensa di se stessa e scoprire cosa ama e cosa no del suo corpo e della sua faccia ci penserà da sola a confidarcelo.
Ogni volta che un uomo e/o una donna prenotano il loro servizio fotografico io non posso che essere ammirato da loro perchè capisco che per prendere una decisione di questo tipo hanno dovuto superare delle resistenze. Per tutti coloro che posano davanti alla nostra macchina fotografica, sopratutto per le donne, questo rappresenta davvero un momento importante e non posso negare che lo è anche per me e di questo non posso che essere grato a costoro.
Consigli per il fotografo: 4 suggerimenti preziosi per mettere (e mettersi) a proprio agio durante lo svolgimento della sessione fotografica
Prima di elencarti i consigli che avevo promesso di lasciarti è necessario però sottolineare una cosa che ritengo molto importante e che non è un semplice consiglio ma è una vera e propria imposizione che dovrai darti prima di cominciare a fotografare chicchessia: non farti mai uscire dalla bocca la parola “photoshop”.
Nello stesso istante in cui i tuoi soggetti (o clienti) dovessero sentir dire questa parola incomincerebbero subito a pensare a Madonna, Monica bellucci e a tante altre persone che rappresentano nell’immaginario collettivo un modello di bellezza.
Il pensiero andrebbe immediatamente al fatto che, con qualche intervento di fotoritocco, potrebbero somigliare a loro. E quasi certamente la loro richiesta sarà quella di farti modificare tutto ciò che non amano di loro stessi: i capelli, la pelle del viso, le occhiaie, le lentiggini. Fai veramente attenzione, ti garantisco che potresti correre il rischio di andare avanti a ritoccare una foto per ore e ore senza mai arrivare alla fine.
Ecco, finalmente, i miei 4 consigli.
1. La prima cosa da fare, una volta confermata la prenotazione, è quella di far comprendere ai tuoi modelli che affidarsi nelle mani di un professionista è diverso che farsi fotografare da un amico e/o da un conoscente. Soprattutto se non lo hanno mai fatto prima. È utile spiegare bene come la posizione delle luci, l’inquadratura, il taglio, la composizione e l’esperienza del fotografo possono fare apparire le cose molto diversamente di come sono stati abituati a vederle sino ad allora. Un fotografo professionista sa bene come mettere in evidenza le cose più gradevoli di una persona e conosce le tecniche per nascondere i difetti più evidenti. Un fotografo professionista, inoltre, si avvale sempre di validi collaboratori come truccatori e parrucchieri scelti tra quelli che hanno le capacità di valorizzare l’immagine di una persona. Questo contribuirà a rassicurarli.
2. Bisognerà poi far loro svelare (facile se si tratta di una donna), cosa gli piace e cosa non gradiscono della propria immagine ma senza farglielo pesare molto usando molto tatto e discrezione ed evitando di insistere troppo a lungo su questo tema. Sarà sufficiente conoscere una buona parte, non tutto, di quelli che considerano essere i loro punti deboli per poter poi dedicare maggiore attenzione e provare a non evidenziarli o addirittura a farglieli apprezzare. Bisognerà pure tentare di convincerli che quelli che loro considerano punti deboli possono invece trasformarsi in punti di forza.
3. Prima di iniziare a scattare i tuoi clienti potrebbero – naturalmente – sentirsi in imbarazzo e non a proprio agio (è normale accade sempre) tutto il tuo sforzo quindi dovrebbe essere quello di riuscire a distrarli parlando d’altro e magari avanzando apprezzamenti sinceri e ribadendo la tua ammirazione per il “coraggio” con il quale affrontano lo shooting. Insistendo sul fatto che essere disinvolti, all’inizio, non è mai facile per nessuno. Dovretsi provare a distrarli tentando di farli ridere e mettendo in evidenza tutti i lati buoni ma… senza esagerare. Voglio dire cioè che non bisognerà mica dire bugie evidenti. Io penso sempre che se qualcuno mi dicesse che i miei capelli sono tanti e fluenti, sapendo invece di essere un pò “pelato”, non potrei evitare di provare fastidio nel sentirmelo dire e potrei persino arrivare a perdere una buona dose di fiducia nei confronti della persona che afferma una tale menzogna (sigh!). Quantomeno mi sentirei a disagio.
4. Alla fine del servizio fotografico sarà naturale fermarsi a dare un’occhiata alle foto realizzate e magari potrai essere tentato a correggere, anche se sommariamente, qualche difetto evidente del tuo soggetto. In questo momento, complici la tensione che si è allentata e l’entusiasmo di aver portato a termine il tuo lavoro, potrebbe farti correre il rischio cadere in un vortice senza fine. Io consiglio sempre, alla fine della sessione, di evitare di guardare le immagini insieme a chi ha posato. Meglio farlo dopo, da soli, dedicandoci ad una attenta selezione avendo cura di eliminare le fotografie meno gradevoli e quelle inutilizzabili (occhi chiusi, smorfie, sfocature). Basterà applicare un minimo di aggiustamenti prima di mostrarle al soggetto, giusto quel poco che serve per nascondere le cose più evidenti. Questo eviterà di infondere insicurezza soprattutto se si tratta di un soggetto che tende già di per sè a scoraggiarsi e ad esagerare i suoi difetti. Sulla mia esperienza posso affermare che non ho mai visto una persona più felice di quando si vede in foto il più simile possibile a come è poi nella realtà (è un discorso controverso e posso anche capire che non funziona così sempre e con tutti).
Insomma io credo che, senza voler esagerare, per una donna o per un uomo un’ora passata a fare delle fotografie con un fotografo professionista sensibile e anche bravo può modificare per sempre il modo di vedersi e, perchè no, anche e magari una piccola parte della loro vita.
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Simone dice
Ciao Elio, ho trovato il tuo articolo molto utile per uno che, come me, ha iniziato a fotografare per passione.
A questo proposito, se per te non è un problema ti lascio il link del mio blog. Dove nella sezione BLOG ho inserito i miei scatti.
Grazie
Elio Leonardo Carchidi dice
Ciao Simone sono contento l’articolo ti sia piaciuto.
Su questo Blog sono costretto ad evitare di lasciare link esterni nei commenti perché molti ne hanno approfittato.
Sul Forum del mio studio fotografico è stata creta un’area apposita dove potrai sia linkare il tuo sito che creare una galleria di immagini. Dai un’occhiata: http://www.forumdifotografia.com/gallery/
Ovviamente l’inserimento è gratuito 🙂