INDICE -
- Ritorno al passato: il déjà-vu
- Cosa è cambiato nella fotografia con l’avvento del digitale
- La fotografia analogica è viva e resiste agli attacchi
- Dove nasce allora l’equivoco?
- Confronto tra le due tecniche
- Il mio punto di vista
- Cosa scegliere quindi tra la fotografia digitale e la fotografia analogica?
- La tabella dei pro e dei contro nella fotografia: analogico vs digitale
Fotografia: analogico vs digitale, foto artistiche contro foto commerciali; dagli anni ’90 un quesito che sembra ancora non trovare risposta.
Ritorno al passato: il déjà-vu
Qualche giorno fa sono tornato nel vecchio laboratorio di stampa fotografica dove per anni ho portato a sviluppare le pellicole e le mie stampe in bianco e nero. Era l’unico di cui mi fidavo, quello a cui mi rivolgevo quando non trovavo tempo per farlo da solo.
Non è cambiato molto da allora: ci sono ancora sulle pareti decine di bellissime immagini stampate da Franco, ottimo artigiano della fotografia, per conto di alcuni dei più famosi fotografi degli anni ’80 e ’90.
Fotografie di Helmut Newton, Peter Lindbergh, Richard Avedon, Patrick Demarchelier e altri nomi di questo livello, tutte esposte come medaglie al petto. L’aria che si respira è la stessa di quella che ho respirato io stesso per oltre 20 anni nella mia camera oscura.
L’odore dei bagni chimici e la luce soffusa dell’ambiente hanno fatto accendere in me una vivida sensazione di déjà-vu.
Da un piccolo spiraglio lasciato dalla tenda nera di velluto, ho intravisto la luce della lampada rossa provenire dalla camera oscura e questo mi ha riportato indietro nel tempo.
Qualcosa però è cambiato da allora: in giro per il laboratorio ci sono scanner, stampanti per file digitali, computer. Marco e Simona, pur mantenendo ferma la tradizione ereditata hanno portato una ventata di modernità!
Ecco da dove è nato lo spunto per affrontare di petto il dubbio amletico che in questo momento attanaglia moltissimi fotografi ed esponenti della comunità fotografica.
Fotografia: analogico vs. digitale
Cosa è cambiato nella fotografia con l’avvento del digitale
È dagli anni ’90 che la memoria digitale prova a scalzare con tutte le sue forze la pellicola e bisogna ammettere che lo sta facendo egregiamente: migliora ogni giorno di più e sta arrivando a risultati veramente strabilianti.
Tutti i giornali e le riviste oggi utilizzano foto digitali e non certamente a scapito della qualità, anzi offrendo servizi sempre migliori!
Le reflex digitali di oggi hanno sostituito quelle a pellicola e non c’è nessun problema nell’affermare che con i file digitali si possono ottenere risultati veramente fantastici, spesso superiori a quelle ottenibili con il film 35mm.
La maggior parte dei fotografi ottengono risultati di gran lunga migliori da una DSLR che non dal negativo piccolo formato, soprattutto quando affidano a laboratori specializzati nella stampa digitale i file delle proprie immagini.
Indubbiamente il digitale è molto più conveniente dal punto di vista economico e offre un’altissima qualità nel campo del fotogiornalismo e nel ritratto commerciale.
Il punto debole del digitale è che sulle sfumature estese, quelle che coprono ampie gamme tonali con sfumature dai toni scuri a quelli chiari, presentano passaggi bruschi talvolta orribili.
In maniera particolare se l’immagine presenta un’area ampia di sovraesposizione nelle alte luci, la foto diventa veramente inguardabile.
Specialmente lavorando in modalità bianco e nero, la curva caratteristica delle fotocamere digitali è ottimizzata per catturare al massimo 255 sfumature di grigi.
La fotografia analogica è viva e resiste agli attacchi
Mettendo da parte le mode e l’ego di molti fotografi che amano autoproclamarsi “creativi” e che propongono soluzioni “vintage” senza averne piena conoscenza, presentando immagini veramente scadenti, quando si tratta di dover realizzare stampe fotografiche vere, di grandi dimensioni e di massima qualità la pellicola fotografica è imbattibile. La fotografia analogica, artigianale assume veramente un gran valore.
Se lo scopo finale del fotografo è quello di riprodurre le infinite trame della natura e del paesaggio o dare vita a ritratti suggestivi, pieni di dettagli da stampare su carta allora non c’è gara!
Certamente non basterà la foto digitalizzata che vediamo sopra per apprezzare la qualità della stampa analogica, ma questa immagine ci da un’idea di come la pellicola in bianco e nero può restituire un’infinità di passaggi tonali se utilizzata bene.
La pellicola ha più risoluzione di quella che può avere un file digitale, la morbidezza dei passaggi tonali è inimitabile così come è invincibile nel riprodurre contorni e sfumature.
Ecco perché io la preferisco nel ritratto e nella fotografia di paesaggio quando voglio ottenere il massimo di toni sfumati.
Dove nasce allora l’equivoco?
A me pare di capire che tra i giovani fotografi (ma non solo giovani) ci sia un po’ di confusione su questo argomento.
Gli scontri violenti sul digitale e l’analogico, che si leggono sui social, nei forum o sulle riviste di fotografia, mi sembrano semplicemente temi falsi fatti apposta per vendere macchine fotografiche digitali o per attirare l’attenzione.
È davvero un peccato che molti hobbisti e fotografi alle prime armi affrontino questo tema come si trattasse di una guerra tra la pellicola e la memoria digitale. Sprecare il proprio tempo a discutere di questo in una chat mi sembra inutile, forse sarebbe meglio mettersi alla prova e sperimentare seriamente le rispettive caratteristiche.
L’equivoco a mio parere nasce dal fatto che la maggior parte dei fotografi che si battono in questo genere di confronto conoscono principalmente la pellicola fotografica professionale 35mm che rappresenta il primo gradino nella scala dell’analogico, dunque paragonano questa con il digitale non avendo conoscenza del grande e medio formato.
Devo ammetterlo, forse sono un po’ pazzo: scatto ancora fotografie con pellicole 4×5″ (10x13cm) quando voglio ottenere il massimo risultato nella fotografia artistica, oppure, a limite, uso i rulli 120 (6x6cm o 6x7cm) per un ritratto artistico di grande valore da esporre in galleria o da stampare in grandi formati.
Il 35mm lo amo ancora ed usato bene mi dà grande soddisfazione, ma se voglio ottenere il massimo allora parto dal rullo 120 per arrivare fino alla lastra negativa 20x25cm (8×10″).
Il motivo principale per cui i risultati tra le due tecniche non sono confrontabili è insito nella struttura chimico-fisica della pellicola che si avvicina molto di più a quello che vedono i nostri occhi poiché, se usata bene (sistema zonale di Ansel Adams), mantiene una gamma più estesa di toni in special modo sulle alte luci (i bianchi).
Confronto tra le due tecniche
Ognuna di queste tecniche ha scopi diversi, vengono usate per scopi simili ma sono indipendenti l’una dall’altra.
La maggior parte dei giovani fotografi ottengono risultati fantastici con le fotocamere e le tecniche digitali in genere. Altri tra questi preferiscono usare la pellicola ma spesso lo fanno per apparire originali o tutt’al più per sperimentare pur non avendo una perfetta conoscenza dell’analogico.
Fotografare con la pellicola richiede tantissimo lavoro in più, grande manualità e molte competenze, quindi, se da una parte è bello osservare un giovane fotografo che si dedica a questa pratica, dall’altra i risultati spesso sono molto scarsi.
Mettersi alla prova sulle tecniche fotografiche analogiche è comunque un punto di vantaggio per chiunque lavora con il digitale.
I fotografi che hanno qualche anno in più sono molto più competenti in materia (per ovvie ragioni cronologiche) e quando scelgono il digitale lo fanno per comodità.
Questi ultimi certamente sono facilitati nell’utilizzo dell’analogico e possono ottenere risultati migliori con la pellicola se confrontati a quelli ottenuti dei più giovani, ma questo non significa affatto che siano più bravi o che non incorrano in errori.
Tenere sotto controllo i numerosi passaggi che portano ad una buona stampa fotografica è una sfida per chiunque. Non è per niente semplice per i più esperti figuriamoci per quelli non lo sono: il rischio di rimetterci sia tempo che denaro, oppure di ottenere risultati mediocri se non pessimi, lo si corre sempre.
Basta scegliere la pellicola sbagliata, non essere attenti sui tempi di sviluppo o sulla temperatura dei bagni e le fotografie vanno a finire nella spazzatura.
Se proprio si vuole utilizzare la pellicola limitando al minimo i danni tanto vale farlo scegliendo quella a colori.
Con la pellicola a colori la situazione è un pò diversa.
Di solito è più facile ottenere stampe migliori con il negativo o con le diapositive a colori anche perché il lavoro di sviluppo e stampa viene delegato a laboratori esterni che usano strumenti avanzati per correggere gli errori ottenendo in media risultati sufficientemente buoni.
Se però devo dire la mia, sinceramente non sono mai rimasto contento delle stampe fatte da altri, indipendentemente dalla bravura dello stampatore e questo perché la stampa analogica da negativo o diapositiva è sempre in “balia degli occhi di chi stampa”.
Se non faccio le mie stampe da solo di solito ottengo qualcosa di completamente diverso da quello che avevo in testa e spesso questo significa gettare nella spazzatura il mio tempo e il mio denaro.
Con un file digitale tutto è diverso. Tarando bene il monitor possiamo visualizzare le nostre immagini così come le vedremo su carta una volta stampate.
Basta usare gli strumenti giusti, conoscere un buon laboratorio di stampa e i relativi parametri delle macchine che utilizzano e possiamo ottenere stampe fotografiche praticamente identiche a quello che vediamo sullo schermo.
I passaggi che dallo scatto portano alla fotografia finita non presenta quasi mai brutte sorprese come invece accade con il negativo a meno che non si abbia scarsissima conoscenza del software e delle periferiche adatte.
Il mio punto di vista
Ancora oggi continuo a stampare da solo le mie foto utilizzando le tecniche classiche della fotografia analogica. A dire il vero lo faccio raramente e solo quando desidero realizzare un’opera artistica unica, preziosa e inimitabile magari commissionata da clienti molto esigenti.
Spesso si tratta di persone che sanno il fatto loro, persone di gusto che oltre ad amare l’arte in generale considerano la fotografia come investimento economico.
Uso ancora fotocamere a pellicola, sviluppo e stampo da solo il mio bianco e nero, ma non disdegno affatto di utilizzare le tecnologie digitali più avanzate di cui tra l’altro mi sento pioniere.
Considerata la lunga esperienza acquisita nei due campi posso affermare con certezza di conoscerne pregi e difetti.
Allora quando preferire per fotografare l’analogico al digitale?
Quando parliamo seriamente di fotografia e non di immagini fotografiche, le pellicole di grande formato sono assolutamente insostituibili.
Nella fotografia di paesaggio così come nella fotografia di ritratto. Una stampa fotografica su carta fotografica baritata di formato superiore al 50x70cm non è una vera fotografia se non realizzata con l’uso della pellicola.
La capacità di catturare una vastissima gamma di tonalità e di sfumature rende ineguagliabile l’analogico rispetto al digitale.
Questo non vuol dire che la fotografia digitale non abbia i suoi punti di forza e non offra nessun vantaggio o beneficio.
Personalmente uso il digitale per fotografare persone, oggetti e/o ambienti quando l’utilizzo finale è mirato alla pubblicità, alla moda, all’editoria, al marketing, alle presentazioni di lavoro oppure quando si tratta di scatti divertenti: ho sempre ottenuto risultati fantastici e di ottima qualità sull’internet, nella stampa commerciale, nella promozione di servizi e prodotti oltre che nell’immagine corporate.
Controllo e certezza del risultato, rapidità di esecuzione e di diffusione delle immagini, forte riduzione dei costi sia per il fotografo che per il cliente, facilità di archiviazione e di condivisione oltre all’ampia possibilità di manipolazione e ritocco fanno del digitale uno strumento molto potente e di grandissima utilità.
Cosa scegliere quindi tra la fotografia digitale e la fotografia analogica?
Nessuna delle due è migliore dell’altra, tutto dipende dall’applicazione finale.
Una volta che conosci perfettamente la destinazione d’uso il dibattito scompare, non esiste più.
Il conflitto spesso nasce solo quando il fotografo o il committente presumono erroneamente di voler imporre la propria visione soggettiva senza tenere conto della vera utilità del prodotto finale.
È l’artista e non il mezzo, che definisce la qualità.
Se sei un artigiano / artista molto esperto, in grado di estrarre fino all’ultima goccia dalla qualità della pellicola, allora questa deve essere la tua scelta, tenendo però sempre presente che, tecnicamente parlando, la sfida va fatta con la pellicola bianco e nero di grande formato che indiscutibilmente offre qualità superiore rispetto al digitale.
La verità è che davvero poche persone hanno la capacità di lavorare con l’analogico ad alti livelli. Gli artisti che stampano da soli le proprie fotografie possono produrre immagini inimitabili e uniche, vere e proprie opere d’arte di grande valore.
Oggi la maggior parte dei fotografi ottengono risultati buoni ed anche ottimi con il digitale, ma il valore delle loro immagini è molto volatile e di breve durata, un po’ come tutto nell’era consumistica nella quale viviamo.
La convenienza ha sempre vinto sull’eccellenza in tutti i campi e così anche nella storia della fotografia.
La tabella dei pro e dei contro nella fotografia: analogico vs digitale
Per la maggior parte delle cose il digitale è molto più conveniente.
Se devi scattare centinaia e migliaia di immagini e se devi produrre stampe non grandi o devi postare foto su siti web e via email la scelta cade sul digitale.
Se vuoi realizzare foto artistiche, di grande valore, e ti dedichi a cose come la fotografia di paesaggio e la fotografia di ritratto; se desideri ottenere gigantografie fotografiche da esporre e a piccola tiratura la scelta non può che cadere sulla pellicola. In questo caso il formato di ripresa minimo che dovrai considerare sarà il 120 o il 4×5″.
Fotografia: Analogico vs digitale | Analogico | Digitale |
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Costi | ||
Lavorazione | ||
Risoluzione su piccoli formati | ||
Risoluzione su grandi formati | ||
Distribuzione | ||
Valore nel tempo | ||
Durata nel tempo |
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Filippo dice
Sono parzialmente d’accordo. Il digitale sta democratizzando anche i formati più grandi, 61 megapixel sono raggiungibili ora su digitali full-frame e la qualità di stampa è eccellente. Le sfumature a 14 bit di profondità sono veramente tantissime.
Discorso diverso per il processo creativo: è totalmente diverso e probabilmente la qualità dell’artigiano fa la differenza nell’analogico, Che però a questo punto rimane una forma d’arte elitaria per i costi e il tempo che ci si deve investire.
Elio Leonardo Carchidi Fotografo dice
Ciao Filippo, in effetti non esiste una verità assoluta. Ci sono pareri diversi su questo argomento e nessuno di questi va scartato. Alla fine concretamente parlando il problema è legato esclusivamente alla destinazione finale dell’immagine 🙂
Francis Alquati dice
stimato Carchidi, ho molto apprezzato la serenità e competenza con cui hai affrontato l’argomento. In ultima analisi la morale é : per ottenere buone immagini con la pellicola bisogna essere capaci di usarla mentre con il digitale tutto è molto piu’ semplice e permette anche a noi dilettanti di giocare a “fare il fotografo” (perchè è questo che facciamo). Seguo sempre con interesse i tuoi articoli, continua così. Accetta un saluto.
Elio Leonardo Carchidi dice
Più o meno è così ma non proprio del tutto… 😉